STORIA DELLA
PALLACANESTRO BELLINZONA
Le origini dell’odierna Pallacanestro Bellinzona vanno cercate lontano nel tempo, addirittura negli anni dell’immediato dopoguerra. È infatti nel 1948 che nella Capitale inizia la storia del basket, o meglio, della pallacanestro femminile.
Gli inizi
Quella della pallacanestro a Bellinzona è una lunga storia. Infatti risale al 1948 la fondazione della Pallacanestro Femminile Bellinzona, iscritta al campionato di 1° lega. Dopo aver debuttato sul terreno delle Scuole Nord, più tardi può disporre del campo in duro adiacente alla palestra della SFG. A quell’epoca evidentemente si gioca esclusivamente all’aperto! Nel 1952 la giocatrice del Bellinzona Silvana Rondelli viene convocata nella nazionale svizzera che partecipa ai campionati europei di Mosca. Lo stesso anno però, a seguito della partenza di alcune giocatrici, la società si scioglie.
La prima rinascita
Rifondata nel 1959 come Pallacanestro Tre Castelli, iscritta al campionato di prima lega, la società raggiunge la promozione in LNB. Nel 1974, con le varie Del Don, Mercoli, Alliata e Chiavenna disputa la sua prima finale di promozione in LNA affrontando l’Olympic Friborgo; le burgunde vincono e la promozione sfuma. Nel 1976 si presenta una nuova occasione, ma le bellinzonesi perdono in semifinale dall’Uni Basilea. Questa battuta d’arresto segna l’inizio di un nuovo periodo di anonimato.
Il Bellinzona negli anni ’60
Una nuova identità
Nuovo cambio di identità nel 1979, con il distacco dalla maschile e la fondazione dell’Associazione Bellinzona Femminile Basket, che giostra sempre in LNB, giocando in casa nella palestra del ginnasio di Giubiasco. Nel 1981 però la mancanza di ricambi provoca il ritiro della prima squadra, anche se il settore giovanile prosegue la propria attività sotto la guida di Ursula Mercoli. Il titolo svizzero nella categoria scolare ottenuto nel 1986 segna l’inizio della rinascita. Una squadra viene nuovamente iscritta in prima lega. Nel 1988, con un gruppo agli ordini di Ursula Mercoli e trascinato da Gilda Giulietti, arriva la promozione in LNB e infine nel 1990 quella nella massima lega nazionale, al termine di un campionato chiuso con 22 vittorie in altrettanti partite.
I primi passi
La nascita del basket viene fatta risalire al 1891, quando il pastore luterano James Naismith inventò un nuovo gioco per occupare i suoi allievi dello Springfield College, nel Massachusetts, durante la rigida stagione invernale.
In Svizzera il nuovo sport, diffuso in Europa dai soldati americani impegnati nella prima guerra mondiale, arrivò nel 1920 a Ginevra, dove già nel 1921 si ha notizia della squadra femminile dell’Urania. Bisognerà però attendere il 1926 per le prime competizioni ufficiali, e il 1932 per il primo campionato svizzero, ovviamente maschile…
James A. Naismith
L’arrivo del basket in Ticino
Sorprendentemente, anche in Ticino sono le donne a portare la pallacanestro negli anni ’30, grazie anche all’iniziativa delle ragazze della Casa d’Italia di Lugano. Nel 1941-1942 nascono le prime società, si gioca il primo campionato ticinese e viene fondata la Federazione ticinese di pallacanestro. Dal 1945 al 1955 la SICO Sport di Locarno è ai vertici della scena nazionale femminile, vincendo per quattro anni consecutivi coppa e campionato. Negli anni ’60 è il turno della RIRI di Mendrisio, che si aggiudica quattro campionati e due coppe svizzere, arrivando a disputare la Coppa dei Campioni, mentre negli anni ’70 la scena è della Muraltese, campione svizzera nel 1976.
Dopo un periodo avaro di successi, gli anni ’90 saranno contraddistinti dalle imprese del Bellinzona, sia in ambito maschile che femminile, con la conquista di numerosi titoli fra campionati e copp. Come tutti i cicli, anche quello della Fidefinanz e della Riello avranno però termine.
Il basket maschile
Se il basket femminile arriva molto presto nella capitale, lo stesso non si può dire di quello maschile. L’opera di riferimento della storia del basket ticinese, “Grandi anni sempre in gioco” apparsa nel 1992 per celebrare i 50 anni dell’ATP, menziona per la prima volta la squadra maschile quando, al termine della stagione 1975-1976, trascinata dallo “straniero” Tonino Frigerio, sale dalla prima divisione alla LNB.
La stagione successiva, ingaggiato Mike Moore, primo giocatore statunitense del basket bellinzonese, la squadra del presidente Manara conquista un onorevole quarto posto. La stagione 1977-1978 viene affrontata con il dichiarato obiettivo di ottenere la promozione. Nella squadra giocano diversi giovani giocatori di belle speranza, alcuni dei quali ancora oggi sono protagonisti del basket regionale: Bacciarini, Marchesi, Bernasconi, Vanetta, Cerretti, Maggetti, Pasini, Rey, Bottani. Ma decisivo risulta l’ingaggio dell’americano Rick Rinaldi, grande tiratore che spinge la squadra verso la LNA, dove raggiunge Federale, Viganello, Pregassona e Lugano!
La prima stagione in LNA, nonostante l’ingaggio di Ken Brady a fianco di Rinaldi, si rivela difficile, e lo spareggio contro il Lignon segna l’immediata retrocessione, che è però di corta durata: al termine della stagione 1979-1980 il Bellinzona è di nuovo promosso in LNA. All’inizio della stagione successiva il Bellinzona, con una compagine ampiamente rimaneggiata (Kupec, Stich, Betschart, Marti, Cedraschi), si rivela subito la squadra da battere. Purtroppo però Stich si infortuna e le speranze svaniscono. Dopo un’altra stagione soddisfacente, al termine del campionato 1982-1983 il Bellinzona, in piena crisi finanziaria e sportiva, viene retrocesso in LNB.
Dopo tre anni di purgatorio, la stagione 1986-1987 vede il Bellinzona riagguantare la LNA.
L’era di Sergio Ponzio
La stagione 1988/89 vede l’avvento a Bellinzona di Sergio Ponzio. Il nuovo presidente imprenditore, al contempo sponsor e mecenate, ha grandi progetti per la società maschile cittadina (che dal 1990 si chiamerà Fidefinanz Bellinzona), e mette a disposizione i mezzi finanziari commisurati alle sue ambizioni. Le prime due stagioni tuttavia non lo ripagano con risultati all’altezza delle sue aspettative. Al terzo tentativo (1990-1991) il Bellinzona raggiunge però la semifinale dei play-off. Nella stagione successiva tuttavia ottiene un modesto sesto posto.
Alla sua quinta stagione finalmente Ponzio ottiene l’en plein. Dopo aver raccolto sotto la sua ala anche il settore femminile del basket bellinzonese, riesce in un’impresa senza precedenti: vincere titolo e coppa sia in ambito maschile che femminile.
La Fidefinanz Bellinzona dominerà la scena svizzera per sole tre stagioni, vincendo per tre anni di fila campionato e coppa svizzera (1992-1993, 1993-1994 e 1994-1995), e un’ulteriore coppa svizzera nel 1996. Poi il declino personale e soprattutto economico di Sergio Ponzio segnerà il declino della squadra, e la fine della pallacanestro maschile a Bellinzona, una situazione purtroppo protrattasi fino ad oggi.
La stagione d’oro del basket bellinzonese
La stagione 1990-1991 vede la fusione fra la Fidefinanz Bellinzona e l’Associazione Bellinzona Femminile Basket, con la compagine femminile che diventa Bellinzona Basket Sezione femminile, assume il nome dello sponsor Riello e viene affidata alla giovane coppia di allenatori formata da Fabrizio Rezzonico e Oscar Rota. Nel gennaio del 1991, a stagione inoltrata, arriva dagli Stati Uniti Pamela Hudson, la prima straniera, che spinge le compagne fino alla semifinale di campionato e la conquista del terzo posto, così come alla semifinale di Coppa svizzera, manifestandosi come la forza emergente del basket femminile svizzero. L’appuntamento con il trionfo è solo rimandato: al termine della stagione successiva (1991-1992) quelle che oramai sono note come le “Pinkies” conquistano coppa (superando il City Friborgo) e campionato (sconfiggendo il Wetzikon). Con questi successi, accompagnati dalla identica doppietta ottenuta dai maschi della Fidefinanz Bellinzona, ha inizio la stagione d’oro del basket bellinzonese.
Stagione 1992-1993: secondo titolo di campione e seconda Coppa svizzera
Il Bellinzona si aggiudica infatti il titolo anche nelle quattro stagioni successive. Nella stagione 1992-1993 partecipa una prima volta alla Coppa dei campioni, venendo eliminato dalle belghe del S. Servais. Nella stagione successiva, sempre in Europa, elimina le lussemburghesi dell’Etzella, ma perde dalle francesi del Valenciennes.
Stagione 1993-1994
La stagione 1994-1995 vede la fine di una striscia impressionante di 72 vittorie consecutive e 1022 giorni di imbattibilità. Nel 1995 le scolare conquistano il titolo svizzero e viene inaugurato il Palabasket (l’attuale Palasport).
La stagione successiva (1995-1996) le Pinkies raccolgono il quinto titolo nazionale consecutivo ma, a Zurigo perdono dal Wetzikon la finale di Coppa svizzera. Le cadette conquistano il titolo nazionale della categoria e le “speranze” chiudono al terzo rango nell’ambito nazionale.
Stagione 1994-1995
La separazione dal settore maschile
Nel dicembre 1996 la società cambia il nome in di Società Basket Bellinzona Femminile. L’11 marzo 1997, a seguito delle vicissitudini che segnano il destino della società, vi è il distacco dal settore maschile e la nascita della Pallacanestro Femminile Bellinzona. Se il titolo nazionale passa al Troistorrents, il Bellinzona conquista la quinta Coppa svizzera.
Nel 1998 arriva l’ultima doppietta coppa-campionato. Purtroppo però in maggio, dopo aver disputato 257 partite e segnato 6949 punti, Pamela Hudson, la vera artefice dei successi conseguiti, lascia il Bellinzona per andare a giocare nella ABL americana. La partenza della statunitense, che tanto ha dato alla squadra in otto stagioni, segna la fine dell’epoca d’oro.
Tra il 1992 e il 1998 si sussegue dunque una serie impressionante e irripetibile di successi. La squadra femminile del Bellinzona conquista sei titoli nazionali (1991-1992, 1992-1993, 1993-1994, 1994-1995, 1995-1996 e 1997-1998) e sei Coppe svizzere (1992, 1993, 1994, 1995, 1997, 1998), e si cimenta anche nelle coppe europee.
Il lento ma inesorabile declino
Come tutte le storie belle, anche quella del Bellinzona imbattibile volge al termine. Ai ripetuti successi segue un periodo di scarse soddisfazioni. Nella stagione 1998-1999 esce di scena dalla Coppa svizzera, perdendo dal Nyon mentre il titolo va ancora al Troistorrents. Si arriva alla soglia di un 2000 pieno di incognite, di problemi ma con tante speranze. Con sorpresa però arriva la sconfitta nella semifinale di campionato contro il modesto Sursee e a Friborgo l’eliminazione in Coppa ad opera del Martigny, nel quale gioca Pamela Hudson, nel frattempo tornata dagli Stati Uniti…
All’inizio della stagione 2000-2001 Fabrizio Rezzonico, artefice del periodo di successi appena conclusi, viene rilevato da Ernesto Faggioli, mentre dai Portland Fire (WNBA) giunge a Bellinzona De Mya Walker. Faggioli assume pure, in contemporanea la conduzione della nazionale svizzera femminile. La stagione tuttavia non riserva alcun successo, con una sconfitta contro l’Olympic nella semifinale di Coppa e l’eliminazione dal campionato, sempre in semifinale, ad opera del Martigny.
Nel gennaio 2002 viene ingaggiata la nuova straniera Kristin Folkl, pure essa proveniente dai Portland Fire. Poco dopo però la promessa Kareen Twehues lascia il Bellinzona per Gordola. La squadra si classifica quinta nella regular season, e per la prima volta da dieci anni a quella parte non si qualifica per i playoff.
Nella stagione 2002-2003 il Bellinzona fa fatica a tenere il passo. In Coppa esce ai sedicesimi, eliminato dal Riva, mentre in campionato trova la salvezza nelle ultime partite, classificandosi al settimo posto.
Nel mese di gennaio 2004 Gianluca Barilari subentra a Osca Rota. A marzo il Bellinzona raggiunge le semifinali di Coppa, dove viene eliminato ancora una volta dal Riva, mentre in campionato, sempre in semifinale, soccombe al Martigny.
Quella del 2004-2005 è l’ultima stagione in A del Bellinzona. A gennaio 2005 arriva la scozzese Kim McMillan. In Coppa si registra la sconfitta in semifinale ad opera del Pully. Marco Mascitelli viene esonerato e sostituito da Ursula Mercoli. In aprile si impone nel torneo contro la retrocessione, battendo in due gare l’Opfikon.
La ricostruzione
Il 10 agosto 2005 la società, divenuta nel frattempo Pallacanestro Bellinzona, comunica il ritiro della squadra dal campionato svizzero di LNA 2005-2006. È l’inizio di una nuova fase di ricostruzione dalle fondamenta, dal settore giovanile. Il 2008 saluta il ritorno in LNB, con una squadra formata da giovanissime ragazze uscite dal vivaio. L’apprendistato dura tre anni, il tempo necessario per ricostituire un collettivo affiatato e competitivo. La quarta stagione in LNB, sotto la guida di Scott Twehues, porta le ragazze del Bellinzona il 6 maggio 2012 a imporsi 76-74 in una rocambolesca quanto inattesa finale di final four contro la favorita Muraltese, che regala la tanto attesa promozione in LNA, nella quale, grazie al ripescaggio della Muraltese, e alla presenza del Riva, giocheranno ben tre squadre ticinesi…
Il salto di categoria, affrontato in pratica con la stessa squadra e senza straniere, non si rivela facile. Al termine della fase preliminare il Bellinzona è penultimo, ed è condannato a giocare il girone contro la retrocessione, che tuttavia domina.
Nella stagione 2013-2014, sempre sotto la guida di Tweheus, arriva la prima straniera, nella persona dell’italiana di origine cubana Yadi Rios Bueno, che affianca Karen Tweheus quale leader. Questa volta il Bellinzona raggiunge i playoff, ma nella semifinale contro l’Hélios non c’è storia.
Il Bellinzona edizione 2013-2014
La stagione 2014-2015 è segnata dall’arrivo di due nuove giocatrici straniere, la canadese Julie Seabrook e la statunitense Latara Darret. In un campionato di LNA malinconicamente ridotto a cinque squadre (oltre al Bellinzona, Riva, Élfic Fribourg, Hélios e Pully), segno della crisi che il basket femminile sta attraversando, il Bellinzona si lascia alle spalle il Pully, ma nella semifinale di playoff contro l’Hélios si assiste alla replica della stagione precedente.
La squadra della stagione 2014-2015
Pam Hudson
Pamela Hudson nasce il 19 settembre 1968 a Quitman (Louisiana). Alta 180 cm, cresce sportivamente nella Northwestern State University. Nel gennaio del 1991, nel corso della prima stagione in LNA, il presidente Ponzio la porta a Bellinzona per rinforzare la squadra, che sino ad allora gioca senza straniera. Le sue qualità di realizzatrice impressionano immediatamente, ma Pam si rivela anche un elemento decisivo per il gioco di squadra e per la lotta sotto canestro.
Nelle stagioni successive, sebbene affiancata di anno in anno da altre giocatrici straniere, si confermerà come la trascinatrice della squadra, e la figura decisiva per i trionfi del Bellinzona. Al termine della stagione 1997-1998, chiusa in bellezza con il successo in coppa e campionato, Pam decide di tornare negli Stati Uniti. Per il Bellinzona è un duro colpo e la fine di un’era.
Pam tuttavia tornerà in Svizzera: dal 1999 al 2002 giocherà per il Martigny, squadra che porterà a vincere tre campionati svizzeri di file, facendone la nuova forza dominante in Svizzera, e confermando, se mai fosse necessario, di essere una giocatrice decisiva.
Purtroppo di Pam Hudson sono andate perse le tracce. Se qualcuno ci potesse aiutare a completare questo breve ritratto, ne saremo grati!
Il Palabasket
Sergio Ponzio, personaggio per certi versi controverso, ha senz’altro avuto il merito di portare a Bellinzona il basket di alto livello, e con esso numerosi successi, anche se poi, come spesso accade, non ha saputo dare un futuro alla sua creatura sportiva.
Ponzio tuttavia ha lasciato al basket bellinzonese un importante lascito, oggi più che mai apprezzato: il Palabasket. Inaugurato il 5 gennaio 1995, conosciuto da subito come “Palaponzio”, sarà teatro delle ultime stagioni della squadra maschile, ma non scomparirà con essa. Al contrario, passato di mano, per arrivare infine nelle mani del Cantone Ticino, divenuto oramai il Palasport, esso sarà teatro di eventi sportivi e non, servirà agli allievi delle scuole superiori per le lezioni di educazione fisica, ma soprattutto continuerà ad ospitare il basket, quello femminile e giovanile.
Oggi il Palasport, certo un po’ invecchiato, rimane una struttura senza pari nel suo genere in Ticino, l’unica che possa ospitare grandi manifestazioni sportive indoor. Proprio per questo motivo non può che lasciare perplessi il progetto del Cantone di demolirlo per lasciare spazio a una – certo benvenuta – palestra, che però non potrà mai avere le stesse potenzialità.
27 agosto 2014, Svizzera-Italia
MVP bellinzonesi
Al termine della regular season 2013-2014 due giocatrici del Bellinzona sono premiate quali migliori realizzatrici del campionato: Karen Twehues nella classifica generale delle giocatrici svizzere, e Nancy Fora fra le U18. Un exploit certamente difficile da ripetere…
Le giovani…
Il Bellinzona ha costruito il suo ritorno in LNA nel 2012 su un gruppo di giovanissime ragazze, uscite da quel movimento giovanile che, dopo il precedente ritiro del 2005, era diventato la ragion d’essere della società. Non deve pertanto stupire che per tutta la durata dell’ultimo ciclo in LNA le giovani siano sempre state ben presenti in squadra. Se all’inizio le protagoniste erano Lopez, Stupar, Simioni, Fora, Sohm, Garbani e Zilic, successivamente in prima squadra sono arrivate altre ragazze del vivaio, quali Lacalamita, Menafoglio, Mossi, Ambrosioni, Ndombele e Meroni.
Altre giovani però, nelle varie fasi, sono arrivate a Bellinzona da altre società, tra l’altro anche dal Cassarate in virtù della collaborazione intrattenuta per alcuni anni: Mattarelli, Magnetti, De Marco, Lamprecht, Albertini, Fernandez.
Da questo punto di vista il ritiro della squadra di LNA nel 2018 ha sicuramente costituito una perdita per la società e per le sue giovani più ambiziose. Per questo il progetto societario contempla il rientro sulla scena nazionale. Solo in questo modo, offrendo la possibilità – per chi lo vuole – di arrivare a far parte di una “prima squadra”, che giochi in LNA o LNB, si riuscirà ad offrire alle ragazze del settore giovanile, di qualsiasi età, la giusta motivazione per impegnarsi a fondo, facendo anche sacrifici, per il proprio sport.
… e le esperte
Anche con l’apporto delle giocatrici straniere, la squadra di LNA non avrebbe certamente mai potuto competere con le sue avversarie contando unicamente sulle giovani provenienti dal vivaio.
Per questo nel corso delle varie stagioni nella squadra si sono ritrovate a giostrare giocatrici più esperte. Siccome il Bellinzona era reduce da una fase di ricostruzione di ben sette anni, e non vi erano più giocatrici locali che avevano avuto una precedente esperienza di lega nazionale, i rinforzi giungevano di volta in volta dalle altre società, anche se – bisogna pur dirlo – all’inizio a fare da chioccia alle più giovani era stata Luisa Lopez…
Così nel corso delle stagioni hanno vestito la maglia del Bellinzona, dando un importante contributo, le varie Franscella, Bianda, Gervasoni, Manenti, Voumard e Bordoli. Ragazze esperte, anche se, in realtà, anagraficamente avevano solo qualche anno in più delle giovani…
I coach
Non è una novità che la forza di una squadra dipenda, oltre che dal valore delle giocatrici, anche in buona misura dalle capacità dell’allenatore, o come di usa dire, del coach.
Senza nulla togliere alle decine di uomini e donne che nel corso di decenni si sono impegnati a favore del basket femminile bellinzonese, formando, allenando ed educando centinaia di giovani (ricordarli tutti sarebbe impresa semplicemente impossibile…), è interessante, dal punto di vista della piccola storia della società ricordare almeno coloro che, nelle varie fasi ed epoche, hanno guidato la prima squadra, magari anche a più riprese.
Senza la pretesa di non dimenticare nessuno, si possono così ricordare Giorgio Beatrizzotti, Ursula Mercoli, Fabrizio Rezzonico, Dario Mec Bernasconi, Ernesto Faggioli, Oscar Rota, Gianluca Barilari, Marco Mascitelli, Scott Twehues, Walter Bernasconi, Fabio Bassani, Massimo Aiolfi, che nel corso degli ultimi decenni hanno guidato la “prima squadra”, ottenendo successi più o meno importanti, ma sempre operando per il bene del basket bellinzonese.
Anche loro, come giocatrici, dirigenti, amici e sostenitori del basket femminile, hanno contribuito a scrivere questa storia ultrasettantenne.
Alla ricerca del consolidamento
La stagione 2015-2016 segna un cambio alla testa della squadra: dopo aver guidato la squadra sin dalla rinascita in LNB, Scott Twehues cede il testimone a Walter Bernasconi. A Bellinzona giungono Leeza Burdgess, un possente centro, e Khaalidah Miller, una fortissima tiratrice. In un campionato tornato ad allineare otto squadre, il Bellinzona inizia bene, ma prima di Natale inanella una serie di sconfitte, favorite anche dalle controprestazioni della Burgdess, che viene tagliata. In sua sostituzione arriva Tamara Nesmith, elemento interessante che però, a causa anche di un certo calo della Miller, permette alla squadra di raggiungere il quinto posto, ma non i playoff.
Il Bellinzona edizione 2015-2016
Il rendimento piuttosto altalenante delle straniere porta, per la stagione 2016-2017, alla loro sostituzione. Arrivano così Chanise Jenkins, una allrounder, e il centro Jasmine Hines, mentre in panchina viene confermato Walter Bernasconi.
La stagione inizia bene e le prime partite fanno ben sperare, ma il 29 ottobre, in occasione dell’incontro casalingo contro il Ginevra, un a malaugurata decisione arbitrale porta all’espulsione di Bernasconi, quindi alla sua squalifica per praticamente tutto il resto della stagione. Sulla panchina gli succede l’allenatore della U17 Fabio Bassani, ma il colpo è duro e la squadra ne risente pesantemente. Il giocattolo è rotto, e il 7. posto al termine del girone di qualifica annienta ogni speranza. Come se non bastasse, Hines si infortuna ed è fuori per il resto della stagione. Viene sostituita da Lyndi Laborn-Thorman. Il 7. posto finale non è che una magra consolazione.
Stagione 2016-2017
La stagione 2017-2018 vede al via una squadra competitiva, con due forti straniere, Chastity Reed e Jessica Jackson, un nucleo di ticinesi di esperienza e un gruppo di giovani speranze, e il rientro di Walter Bernasconi. L’inizo di campionato però non mantiene le promesse, e a novembre Massimo Aiolfi è chiamato a sostituire Bernasconi. I successi cominciano ad arrivare, e seppure con qualche patema d’animo viene raggiunto il quarto posto e l’accesso ai playoff. La semifinale contro il fortissimo Élfic Friborgo, futuro campione svizzero, si chiude su un onorevole 3-1. Ma il clou della stagione è raggiunto con l’accesso alla finale di Coppa Svizzera a Ginevra, sempre contro le friborghesi. Si tratta del coronamento del lavoro delle ultime stagioni, anche se il giorno fatidico un certo timore di fronte all’evento frena un po’ la squadra. L’Élfic si impone, anche se con qualche brivido alla schiena. La sconfitta non deve tuttavia oscurare il significato del traguardo raggiunto.
Il Bellinzona edizione 2017-2018, l’ultima (per il momento…) stagione in LNA
Ginevra, 21 aprile 2018
Per la Pallacanestro Bellinzona la fase storica degli anni ’10 conosce la sua apoteosi il 21 aprile 2018, con la finale di Coppa Svizzera di Ginevra. Un evento che certamente resterà indelebile nella memoria delle protagoniste, ma anche del centinaio di tifosi al seguito della squadra.
A onor del vero, almeno per una volta, il cammino di coppa non era stato troppo ostico, e aveva visto superare senza grosse difficoltà – sempre in trasferta – gli ostacoli rappresentati da Aarau (75-50), Liestal (79-47) e Sion (68-47). La semifinale invece si presentava sotto tutta un’altra luce, con un’insidiosa trasferta (ancora una volta…) a Riva, contro una squadra in debito di vittorie ma decisa a rifarsi. Al termine di una partita avvincente e combattuta, il Bellinzona si impone 70-59, conquistando l’accesso alla finale di Coppa Svizzera, esattamente 20 anni dopo l’ultima apparizione nel 1998, peraltro coronata dalla conquista del trofeo.
Si arriva così alla finale del 21 aprile 2018, preceduta da un crescendo di entusiasmo che contagia giocatrici, coach, dirigenti e tutta la cerchia di fedelissimi vicini alla società. Nella splendida cornice della Patinoire des Vernets avversario di giornata è il fortissimo Élfic Fribourg, dominatore incontrastato della stagione, e tra l’altro futuro avversario nella semifinale dei playoff.
L’importanza dell’evento, l’emozione per molte ragazze alla loro prima esperienza, la sensazione di vivere un’occasione unica e l’impressionante cornice di pubblico non possono essere ignorate, e il Bellinzona paga pegno, subendo l’avversario, ben più avvezzo a simili appuntamenti, per tutta la prima metà dell’incontro, conclusasi sul 42 a 29.
Completamente diversa la musica nel terzo quarto: spronate dal coach, o punte nell’onore, le bellinzonesi ritornano in campo ricaricate e con tutt’altro cipiglio, mettendo sotto pressione le avversarie e recuperando canestro dopo canestro, con un parziale favoloso di 21 a 12.
Le bellinzonesi arrivano a -2, ma il grande sforzo profuso si fa sentire. L’esperienza delle avversarie emerge, e la partita volge definitivamente a loro favore. Il risultato finale di 76-66 testimonia però il valore della prestazione fornita dal Bellinzona, che cede con l’onore delle armi. La delusione è immensa, soprattutto per la consapevolezza di aver ceduto alla paura e all’emozione nei primi minuti di gioco, ma al contempo si impone il convincimento di aver onorato l’impegno e raggiunto comunque un risultato degno di restare negli annali della società.
E un’altra epoca finisce…
Nonostante si sia conclusa molto positivamente con la semifinale dei plyoff e la finale di Coppa Svizzera, la stagione 2017-2018 segna inopinatamente la fine di un’epoca, quella tutto sommato fortunato della presenza in LNA per sei stagioni consecutive.
E come purtroppo a volte accade, non sono l’insuccesso sportivo, o le difficoltà finanziarie a segnare il destino della squadra, bensì la mancanza di giocatrici. Alcune giocatrici di esperienza cessano la loro attività agonistica, o forse un po’ esaurite dagli sforzi che un campionato di LNA richiede, non se la sentono più di ricominciare in una nuova stagione di pari intensità. Le giovani della squadra, peraltro motivatissime, non possono da sole garantire l’ossatura di una compagine di LNA, e sul “mercato” nazionale non sono reperibili nuove giocatrici di una certa esperienza. Posta di fronte a questa situazione, la società, con la tristezza nel cuore, non può che ritirare la squadra. Un’altra epoca nella storia societaria finisce. Da subito la priorità passa al settore giovanile, con l’obiettivo dichiarato di tornare in LN.
Il presente… e il futuro
Nella sua lunga storia, il basket femminile bellinzonese ha vissuto molte fasi, alternando successi a momenti di ricostruzione più o meno lunghi. In più di un’occasione l’attività era addirittura cessata, e il rischio che questo sport sparisse dal panorama cittadino era stato più che concreto.
Anche se non ha portato gli irripetibili successi conseguiti dalle “pinkies” negli anni ’90 del secolo scorso, il periodo fra il 2011 e il 2018 va senz’altro annoverato fra quelli più memorabili. Con il ritiro della squadra di LNA nel 2018 però la società si è trovata nuovamente a dover decidere del proprio futuro.
Lo zoccolo duro non ha voluto rinunciare, e così, senza grandi esitazioni, ma con grande entusiasmo, si è dato inizio all’ennesima fase di ricostruzione e consolidamento, mettendo in primo piano l’interesse di tutte le ragazze ei ragazzi che facevano parte delle varie squadre.
In quell’occasione è stata inaugurata una collaborazione con il Basket Verbano di Luino, che ha portato un gruppo importante di ragazze luinesi a giocare nelle varie squadre del Bellinzona, ma soprattutto ha dato avvio a un progetto di collaborazione tecnica, con l’obiettivo condiviso di portare una squadra il lega nazionale entro tre anni.
E il futuro della società, quello almeno che si sta cercando di construire ai nostri giorni, è proprio quello: riportare il basket femminile bellinzonese a livello nazionale, per dare uno stimolo e un obiettivo al settore giovanile e a tutte le ragazze che ne fanno e ne faranno parte.
Non sarà un obiettivo facile da perseguire, anche tenuto conto della crisi che sta consocendo il basket nel suo insieme e il basket femminile in particolare. Ma tutti insieme potremo farcela!
E la storia continuerà…
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